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Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

Poesia d’amore di Eugenio Montale

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Ho sceso dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr’occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue.

Parole

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Ci sono momenti in un uomo, in una donna che si formano strane rughe per rabbia, per attimi rumorosi dentro se che invadono il silenzio del tranquillo riposo.   Attimi di freddo, tristi, bui. Attimi di vita che si spezzano come gesso, attimi vissuti con il fuoco dentro, attimi vissuti come il mare calmo di calda sera d’estate. Attimi confusi che invadono Il silenzio dell’anima, la tranquillità della mente e in un giravolta di pensieri presi per mano per divenir parole di melodie senza tempo. Ci sono rughe sui volti di uomini e di donne che si chiamano sorrisi. Sorrisi che nascono da parole semplici, a volte dolcemente complicati, scritte sulla sabbia di un mare eterno e il tempo non porterà via. Ci sono parole che creano sorrisi, parole semplici come grazie. Grazie parola semplice e umile, che nobilita il cuore di