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Visualizzazione dei post da settembre, 2023

D’argilla e neve di Maria Pina Ciancio: una silloge che racconta la Basilicata

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“Ritorno nella mia isola del sud/ A ogni chilometro che si riduce/ un’arrendevole quiete/ ferocemente si espande/ Ciò che temo di me/ è questa fragilità/ ogni volta rinnovata/ lo spavento dei nidi scoperchiati/ l’osso spolpato nella neve/ la riduzione già saputa/ della vita” ‒ Maria Pina Ciancio Abisso e quiete. Come può l’abisso che richiama un concetto comunemente considerato sfavorevole esser accostato alla quiete che, invece, evoca lo stato mentale che i più bramano ma che pochi hanno la possibilità di conoscere? Eppure l’abisso è connesso alla quiete, se la torre che si erge verso l’alto rappresenta simbolicamente la necessità umana di infinito, di luce e di silenzio; l’abisso non può che essere il suo corrispondente contrario, un pozzo che sprofonda verso l’interno, nell’oscurità del caos. Infatti, soltanto con l’attenta introspezione ‒ successiva all’immersione nel flusso ‒ il poeta trova una via unica, la propria. Ciò avviene con la silloge “D’argilla e neve” (Giuliano