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Visualizzazione dei post da maggio, 2019

Cioccolato poesia di Rosario Tomarchio

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Amaro ma gentile; Dolce e un po’ piccantino. Vellutato, delicato, profumato leggermente vanitoso. Cremoso e croccante Si dona come un bacio; rallegra l’animo, regalando   sorrisi e   teneramente delizia il cuore e l’anima.     Dalla raccolta poetica Al tuo cuore con la poesia. Per acquistare il libro: https://www.amazon.it/tuo-cuore-poesia-Rosario-Tomarchio/dp/1724089811/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=rosario+tomarchio&qid=1559201222&s=gateway&sr=8-1   Per leggere la recensione: http://oubliettemagazine.com/2018/11/21/al-tuo-cuore-con-la-poesia-di-rosario-tomarchio-alla-famiglia-ed-alle-persone-care/   Per leggere l'intervista di Alessia Mocci: http://oubliettemagazine.com/2019/02/02/intervista-di-alessia-mocci-a-rosario-tomarchio-vi-presentiamo-al-tuo-cuore-con-la-poesia/?relatedposts_hit=1&relatedposts_origin=90712&relatedposts_position=0  

Anni difficili di Franco Rizzi: un romanzo che racconta l’epilogo delle Brigate Rosse

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“ Sapeva benissimo che una pistola non era una difesa sufficiente per il pericolo che l’avrebbe atteso nei giorni, nei mesi a venire, ma non aveva trovato nulla di più efficace da opporre al destino che lo stava aspettando .” Dalla terrazza dell’albergo in cui alloggia a Caracas, Gianni Trapani amalgama i ricordi del passato a ciò che avrebbe dovuto fare nell’immediato futuro accompagnato dalla musica di quattro suonatori di tromba di una festa al piano di sotto. È la sua quarta volta a Caracas ed, in profonda solitudine, sente di essere giunto alla fine di un percorso, gli avvenimenti degli ultimi anni gli avevano cambiato la vita ed in tutti quei pensieri tragici poteva indicare un solo colpevole: se stesso. Sì, perché ogni scelta giornaliera modifica il sentiero dell’essere umano , e questo Gianni Trapani lo sapeva bene ma ora sapeva anche che nella vita capita quel momento di estrema disperazione che prende possesso di ogni arguzia – difesa intellettiva – e rende disa

Preghiera semplice di San Francesco

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  Oh! Signore fa’ di me uno Strumento di pace: Dove è odio, che io porti l’Amore Dove è offesa, che io porti il Perdono Dove è discordia, che io porta l’Unione Dove c’è dubbio, che io porti la Verità Dove c’è disperazione, che io porti la Speranza Dove è tristezza, che io porti la Gioia Dove sono le tenebre, che io porti la Luce. Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto: Ad essere consolato, quanto a consolare Ad essere compreso, quanto a comprendere Poiché Si è: Dando che si riceve, Perdonando, che si è perdonati, Morendo che si risuscita a Vita Eterna.

Intervista di Alessia Mocci a Silvano Trevisani: vi presentiamo Alda Merini tarantina

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“ L'assillo della contemporaneità è il successo. Tutte le arti vengono esercitate più che come espressione dello spirito e come esperienza di innalzamento culturale, esclusivamente come affermazione della propria personalità. ” – Silvano Trevisani   Silvano Trevisani, giornalista professionista, è nato e vive a Grottaglie . Attualmente è redattore capo del settimanale “Nuovo Dialogo” e direttore della rivista “l'Officina – Laboratorio delle culture e delle storie” (Edit@ dal 2014). È stato per molti anni responsabile dei servizi culturali del “Corriere del giorno di Puglia e Lucania”, ha lavorato per la redazione di Bari di “Repubblica”, ha collaborato con “l'Osservatore Romano” e collabora con giornali e riviste. Saggista, poeta, scrittore e critico d'arte, ha pubblicato numerosi volumi e saggi di storia , economia, arte, letteratura, oltre a opere di poesia e narrativa. Ha ideato le celebrazioni ufficiali per il ventennale di Giorgio de Chirico , nel 19

Memorie: antologia poetica di Rosario Tomarchio

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Richiamare alla mente le cose apprese, aver reminiscenza dei versi scritti durante gli anni che, echeggiando nella mente, riemergono nel presente con una nuova veste. L’uomo ode la musica e prova a darne forma con le parole, si perde nella ricerca del significato più appropriato, del significato più calzante per ciò che ha udito. Ed è memoria, ed è ricordo di episodi del proprio passato o di vicende mai vissute. E, senza sforzo alcuno, avviene che seduti su una fonte ci si trovi d’altra parte con la mente, e la Poesia diviene l’unica padrona della casa, del pensiero. Una perdita di coscienza, un non essere più un sé per esser altro così da far principiare spontaneo il dolce canto eterno. Che cos’è il Poeta? Chi è il Poeta? Colui che ricorda? Colui che contempla la vita? Colui che osserva il presente? Colui che scrive d’emozioni e di passioni? “[…] Ricordo un tempo/ dove l’area odorava/ di grano in erba,/ odorava del sudore della tua pelle,/ del miele dei tuoi baci.

Intervista di Alessia Mocci a Franco Rizzi: vi presentiamo il romanzo Anni difficili

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“ Tutti noi corriamo il rischio di cadere in un baratro, piccolo o grande, mentre percorriamo la strada della nostra vita e tanti “furbetti” sono lì pronti per aiutarci. Dal prete che promette un felice “al di là”, magari migliore, se i tuoi beni li lasci in eredità a chi di dovere “al di qua”, per non parlare delle ciarlatane scuole di pensiero che ripropongono il ben noto “nosce te ipsum” .” – Franco Rizzi Franco Rizzi è nato a Torino nel 1935, sin da bambino ha vissuto a Milano, città nella quale si è laureato in Ingegneria Elettrotecnica presso il Politecnico. Da giovane ha lavorato nella ditta creata da suo padre nel 1938 come progettista di impianti per il risparmio energetico. Ha dimostrato di aver capacità notevoli ed i “ suoi figli di ferro ” ‒ in questo modo egli stesso denomina gli apparecchi di sua progettazione ‒ sono installati in raffinerie di petrolio sparse in tutto il mondo, a bordo di molte navi ed in molte centrali termoelettriche. Lavoro che gli ha dato

Cara mamma poesia di Rosario Tomarchio

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Figlio tu sei per me la luce dei miei occhi, il sole del mattino, il primo è l’ultimo pensiero di questa mia misera vita. Caro figlio perdonami per non averti saputo capire; per i miei lunghi silenzi; per quella carezza che non ti ho fatto; perdonami per le tante parole che non ti ho detto; perdonami se ora che vorrei parlare e non so parlare; perdonami se solo   con il battito del cuore, so dirti ti voglio bene figlio mio. Cara mamma perdonami se non ti ho mai detto grazie; perdonami se non ho ascoltare il tuo cuore; perdonami se non sono stato il figlio che volevi. Ora che penso a quel giorno che non ci sarai; ora che penso che un giorno non avrò le tue carezze; ora che penso ai fiori e alle parole che non ti ho detto. Solo ora che i pensieri si accumulano come macigni nella mente e soffocano il mio tremolante cuore, trovo il coraggio di guardarti negli occhi e   dirti ti voglio bene mamma.

“Broadway di Giuggiole” di Mario Coco.

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E’ possibile portare le luci e la brillantezza di Broadway in Italia? Il 31 maggio, l’1 e il 2 giugno arriva all’Ar.Ma Teatro di Roma “Broadway di Giuggiole” di Mario Coco.   Attori permeati da tardivo romanticismo, produttori svogliati di essere svogliati, mitomani disillusi ed esasperate garanzie di successo. Attraverso la discutibile umanità che orbita attorno al mondo dello spettacolo, il comico e autore siciliano affronta in questa nuova avventura teatrale l’impossibilità di darsi un tono e l’incomunicabilità sociale. Mario Coco, nome noto ai più per le partecipazioni televisive a “Stracult” e a “Dopo Fiction” e per i recenti divertissement ai microfoni di “Programmone” su Radio 2, accoglierà il pubblico romano nel delizioso spazio teatrale di Daria Veronese, sul quale palcoscenico piomberanno le sue proposte artistiche. Per info e prenotazioni sui biglietti è possibile contattare il botteghino del teatro allo 06/39744093 oppure lo staff al 391 7016518.

Intervista di Alessia Mocci a Giancorrado Barozzi: vi presentiamo Utopia Selvaggia

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“ La riproposta di Utopia selvaggia non corrisponde dunque a una sorta di nostalgico revival della letteratura terzomondista, genere narrativo che fu in voga alla metà del secolo scorso, quanto piuttosto al bisogno, sempre più urgente, di riprogettare un nuovo modello di futuro che non rifiuti l’apporto fecondo delle culture indigene .” ‒ Giancorrado Barozzi   Storico di formazione, Giancorrado Barozzi dal 1986 al 2000 ha diretto l'attività scientifica dell'Istituto Mantovano di Storia Contemporanea. Per conto della Regione Lombardia e di altri Enti ha realizzato ricerche nei campi della storia sociale, delle tradizioni del lavoro e della narrativa orale. È direttore della collana "Il Pasto Nudo, assaggi di antropologia" per la Negretto Editore con la quale ha pubblicato "Cartiera Burgo. Storie di operai, tecnici e imprenditori nella Mantova del Novecento" e nel 2013 “Altruismo e cooperazione in Pëtr A. Kropotkin”, saggio che presenta il Mu