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Visualizzazione dei post da novembre, 2020

Capanna poesia di Rosario Tomarchio

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  E mi ritrovo qui a ricordar, quel tempo giovanile, qui ho imparato ad amare, a donarmi con cuor sincero. Qui ho imparato a sentire il soffio mattutino Che accarezza la tua pelle, ascoltare con mano il tuo cuore, saziarmi dei tuo baci, fino a non desiderare niente d’altro. Ora mi ritrovo qui prigioniero Delle mie colpe, clandestino d’amore, cerco qui l’amore e vado via da questo sentimento che mi opprime, annebbia la mia anima, i miei pensieri. Ora che la vita mi ha estraniato da quella giovanile purezza, qui mi rifugio, per lavare con lacrime amare le mie colpe e un giorno poter amar.

Intervista di Alessia Mocci ad Uccia Paone: vi presentiamo Fu al suono di un’arpa eolica

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  Da quel giorno aveva ammirato la preghiera di Hayat fatta di silenzioso rapporto con la natura e la vita. Aveva capito solo in quel giorno la presenza di Dio in ogni cosa, Dio che si rivela sotto occhi attenti e nel silenzio. Dio non vuole voci e preghiere, Dio si incontra nell’intimità del cuore, si palesa nell’anima dell’uomo e nella contemplazione di ogni cosa, sì! ” “Fu al suono di un’arpa eolica” di Uccia Paone è stato pubblicato a luglio 2020 dalla casa editrice Rupe Mutevole nella collana “Letteratura di Confine”. La grafica di copertina è stata curata da Gianluca Serratore. “Cocci e brillanti”, “Gocce di schiuma”, “Ricordi di una conchiglia” sono i titoli dei libri precedentemente pubblicati dalla nostra autrice che come ella stessa dichiara: “ scrivendo dialoga con persone immaginate davanti a un panorama sempre mutevole ”. E non poteva che essere Rupe Mutevole la casa editrice adatta ad Uccia Paone, quel mutevole che come il colore su una rupe risveglia nell’essere