Intervista di Rosario Tomarchio al professor Salvatore Turiano
Salvatore
Turiano, già docente di Materie letterarie, ha pubblicato le seguenti opere: I
Voces, storia di una famiglia. Emigrammo in Australia; Da Belvedere a
Piedimonte indagine socio economico; Mariano
Salluzzo, garibaldino, medico di Bixio, amico di Verga.
Ha
collaborato a lungo con il settimanale “Il Gazzettino di Giarre”. Ha curato la
stampa di testi di storia e poesia. Ha pubblicato il romanzo Il Matrimonio di
Mara nel 2020 e “Uscire da quel mondo” nel 2022
Buongiorno
professor Turiano, rivolgendosi ai giovani quale autore e quale letture si
sente di consigliare e perché?
Turiano: La letteratura del’200 segue
l’evoluzione socio – politica della nazione con riferimento alle diverse realtà
territoriali. Si parte della scuola poetica siciliana per giungere con un balzo
repentino in Toscana dove fiorisce “Il dolce stil nuovo”. Seguano i grandi epigoni
della cultura medievale, umanista, rinascimentale. La Sicilia per una serie di
motivi, non ultimo il suo sottosviluppo giunge in ritardo a proporre una sua
identità culturale, nella seconda metà dell’800 con Giovanni Verga. Da questo momento ha l’orgoglio di offrire
alla cultura nazionale una quantità di autori che hanno dato lustro all’Italia.
Luigi Pirandello diventa un modello di intellettuale europeo . numerosi, poi,
gli autori siciliani che a buon diritto hanno meritato un posto privilegiato
nella letteratura italiana. Mi sentirei di consigliare la lettura del “Fu
Mattia Pascal” di Pirandello e “Il garofano rosso” di Elio Vittorini. Il primo
è importante per le analisi soggettive, il secondo per il suo realismo. Abbinerei
ad essi Italo Svevo con il romanzo “La coscienza di Zeno” su tematiche di
carattere analitica e Italo Calvino per il romanzo “Il sentiero dei nidi di
ragno” sulla guerra di resistenza partigiana. Ho voluto mettere in evidenzia
due autori di regioni diverse. Tali autori consigliati fanno parte del
patrimonio culturale italiano.
Con uno
sguardo aperto alla società odierna è ancora possibile un riscatto morale che
ha come motore la cultura e la letteratura?
Turiano: Le opere sia poetiche che
narrative, hanno tutte una loro interna motivazione. Il Manzoni trova il
riscatto morale dell’uomo nel sentimento religioso della vita. Il Foscolo
considera come materia di rinascita morale dell’uomo il sentimento della
famiglia e della Patria libera. Verga vede questo riscatto nella lotta
quotidiana degli ultimi. Noi, modestamente nel nostro secondo romanzo dal
titolo “Uscire da quel mondo” indichiamo il riscatto e la rinascita dell’uomo
nella forza del pensiero, del ragionamento, ma soprattutto nell’autoanalisi
della propria coscienza.
Quale valore
ha oggi interrogarsi sul valore della famiglia e del matrimonio?
La famiglia deve essere un presidio
di moralità capace di fronteggiare i pericoli che provengono dal mondo esterno.
La famiglia nasce da un contratto regolato da norme civili che obbligano gli
sposi al rispetto della legge in tutte le sue manifestazioni. Il rapporto
civile si completa con il matrimonio religioso, su norme di carattere morale
per un percorso di vita sano e dignitoso. Interrogarsi su questi principi è
importante per la crescita dei figli, i quali devono trovare all’interno della
famiglia gli elementi utili per la loro formazione umana e civile. Da recente abbiamo
pubblicato un romanzo intitolato “Il Matrimonio di Mara” metteva in risalto i
valori della famiglia in una società arcaica dove, di già e profondo è il
rispetto per una convivenza umana e civile armonica e corretta.
Quale consiglio si sente di are a un giovane
che vuole intraprendere una iniziativa
di ricerca sul territorio e sul suo tessuto socio, culturale, storico?
Turiano: È necessario, per
intraprendere da parte di un giovane una qualsiasi iniziativa all’interno del
tessuto socio - culturale e storico in
cui vive, avere la capacità di assimilare tutto quello che le offre l’ambiente,
valutare le caratteristiche, i modi e i costumi, di una società che fa parte
del patrimonio comune. L’esperienza del passato dei suoi antenati e di coloro
che lo hanno preceduto deve essere un punto di riferimento per proseguire con
certezze verso un futuro migliore.
Le tre
corone del trecento: Dante, Petrarca, Boccaccio. Partendo dal suo bagaglio
culturale perché un giovane si deve avvicinare alla lettura dei testi dei tre
autori del trecento?
Turiano: Dante, Petrarca, Boccaccio
sono le tre del trecento. Ci chiediamo perché essi rappresentano il secolo in
cui vissero? Il’300 fu un epoca che determinò il passaggio dal mondo antico a
quello moderno, nel quale si rielaborano i rapporti socio - culturali di una generazione che intese
scrollarsi di dosso un passato segnato da guerra e contrasti fra potentati e
famiglie locali, per aprirsi a un mondo nuovo. I tre autori avvistarono l’arrivo
di nuovi tempi. Dante affrontò nei suoi scritti una questione morale che mirava
a modificare la società del suo tempo e quella futura. Petrarca, il primo
umanista della storia, valorizzò tutte le potenzialità umane, alcune delle
quali si riferivano al rinnovo della politica per un Italia unita. Boccaccio
prestò l’umanità licenziosa per una società non corrosa dal male. I giovani
possono trarre del loro esempio, grandi ispirazioni per giudicare se stessi e
il mondo.
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