artcinletteratura

Vorrei essere una fontana Che dona allegramente acqua A tutti gli anziani al riparo delle calde ore, in circolo ricordano il loro passato e progettano sogni infiniti mentre aspetto il calar della fresca sera per incontrare al mio rinfresco i giovani timidi che si baciano passionalmente al lume di luna    

Sento freddo come un giunco sbattuto dal vento, come una lacrima solitaria, come una parola non detta, come un fiore di campo in un giardino di rose, come quella bianca pietra che un giorno mi accoglierà.  

  Romantico, virtuoso, a volte triste mai banale. Per sua natura sale le scale dei cuori innamorati. In compagnia delle rose, si offre per parlar d’amore e sotto le finestre delle dame silenziosamente tace per dar spazio a baci appassionati. Un uomo per le vie della città eterna, dallo sguardo gentile, forgiato dai dolori e dalle gioie del tempo. Quell’uomo, quasi invisibile alle luci scintillanti e al via vai di una città viva e spenta nel suo animo. Nel momento che il sole fa capolino e brilla sui rami e fiori, ancor bagnati delle lacrime della brezza mattutina. Quell’uomo con il suo violino, quasi invisibile alla gente, dona il suo gentil suono alla dama chiusa in camera che nulla più spera per fatal sorte che sentir nel suo letto il suono del violino.  

Sono un libero pensatore, scrittore e poeta italiano. Da più giorni leggo e ascolto polemica sulla questione immigranti, nel pieno rispetto delle idee e del libero pensiero garantito dalla costituzione esprimo il mio pensiero in questo post che può essere condivisibile o no. Ho notato che da più associazioni così dette benefiche si fanno proprie due frasi del vangelo. La prima riguarda la frase ero straniero e mi avete accolto; la seconda riguarda il momento in cui Giuseppe scappa con Maria e Gesù bambino in Egitto. Con la frase ero straniero e mi avete accolto non c’è nessun collegamento con l’immigrante. Ognuno di noi, nel momento in cui si trova in un'altra nazione si trova ad essere straniero. Mi posso trovare straniero in un'altra nazione per qualsiasi motivo professionale o semplicemente perché mi trovo lì per vacanza. Comunque sia si tratta di un arco di tempo ridotto nel tempo con una data ben precisa di arrivo e di partenza. Invece l’immigrante non si sa qu...

Donna cosa c’era nel tuo fior, nel tuo filtro fatato, nel tuo cuore, nel tuo bacio fioco che mi lascia come un allocco? Donna cosa c’era nel tuo sguardo fatato, nel profumo della tua pelle, nel sorriso delle tue labbra, nel miele del tuo seno? Donna in te c’era il tutto e il niente, il sì e il no l’amor che muove il mio cuor e per te vive.            

Ogni anno sbarcano in tutte le sale cinematografiche, c'è chi ne parla male e chi invece riconosce ad alcuni titoli del filone un notevole valore. Da qualche anno a questa parte li chiamiamo "cinepanettoni", ma nel 1983 nessuno si sarebbe aspettato un tale successo. E' proprio "Vacanze di Natale" di Carlo Vanzina il capostipite di una serie di film che giungono fino ai giorni nostri con il futuro "Amici come prima", che rivedrà insieme gli iconici Massimo Boldi e Christian De Sica. Enrico e Carlo Vanzina, reduci dal successo di "Sapore di Mare" (1983) e passati alla Filmauro, ricordandosi del film "Vacanze d'Inverno" (1959) di Camillo Mastrocinque con Alberto Sordi, decisero di realizzare un film sulle vacanze natalizie degli italiani degli anni '80.   "Vacanze di Natale" è uno dei migliori film del suo regista e senza dubbio un bel ritratto dell'Italia di quel periodo. Non era ancora esploso il ram...

Estate tempo di mare, di spiaggia e di balli per tutta la notte, di allegria e di nuovi amori e con un sorriso è già domani. In questo tempo ti ho incontrata, musa delle nuove rime. Ora permettimi di guardarti negli occhi e naufragare nel tuo mare e trovare pace e riparo nel tuo cuore come un porto a me sicuro. Prendimi per mano, portami a ballare, tienimi stretto e questo il nostro tempo, per un alba infinita.  

Natale 1899   E come ogni anno, per la vigilia di natale, le donne e gli uomini di quel piccolo paese benedetto dal sole della provincia Etnea, si ritrovano in piazza e nella chiesa del paese, per sistemare gli ultimi addobbi natalizi per la messa di mezza notte di natale. Nell’unica chiesa di Belvedere dedicata alla Madonna delle Grazie, Don Antonio, l’anziano parroco del paese prova in chiesa con il coro i canti per la messa di natale. <<Tutti in coro proviamo il canto di natale “Tu scendi dalle stelle o Re del cielo, e vieni in una grotta al freddo e al gelo, e vieni in una grotta al freddo e al gelo. O Bambino mio divino, io ti vedo qui a tremar. O Dio beato! Ah! Quanto ti costò l'avermi amato. Ah! Quanto ti costò l'avermi amato. A te che sei del mondo il Creatore, mancano i panni e il fuoco, o mio Signore. Mancano i panni e il fuoco, o mio Signore. Caro eletto pargoletto, quanta questa povertà più mi innamora, giacchè ti fece amor povero...

Cara terra con il profumo dei tuoi fiori mi abbagli e nel grano in erba mi seduci. Mi seduci come un’amante, sensuale e dolce come le arance della mia amata terra, e come un amante mi dai l’oro dei limoni e   l’amaro della lontananza. Terra amata, mi fai riposar sotto lo sguardo benigno dell’Etna e dal mare rinasco a nuova vita, da quel mare fatto di storia d’uomini, di pescatori e focosi amori. Cara Sicilia, qui fui greco, arabo, spagnolo cittadino del mondo e con il profumo della mia amata mi riscaldi l’anima.  

La luna si riflette nel mare grande come il pozzo della vita. Il secchiello del pozzo che scende e sale e il sole muove il tempo che passa in un soffio di vita.