Quello che so del mare di Carlo Zunutto - Prefazione di Anna Maria Lombardi

 


Come è il Mare

sempre così in movimento,

cullante,

che viene voglia di entrarci

e farsi trasportare

in isole lontane,

in altri cieli,

in altro Mare…

Come è il Mare

mai nel silenzio,

nemmeno di notte

quando la luce del faro

squarcia il buio

ad indicare

sicure rotte…

Nel buio,

il Mare,

con le luci lontane

che viene voglia

di lasciarsi andare fra le onde e,

cullato,

arrivare in isole lontane

sotto cieli diversi

ma nello stesso

Mare…

Prefazione

Come un novello Ulisse, Carlo Zanutto, affronta il personale viaggio verso la sua Itaca abbandonando gli interessi che più ama e il confort del già conosciuto per affrontare il nuovo e confrontarsi a viso aperto con sé medesimo:

“Chiudo la porta,

spengo le luci del mondo

e parto!”

è l’incipit del suo successivo procedere verso zone da conoscere o anche solo da approfondire.

Il suo è un viaggio necessariamente in solitaria per addentrarsi attraverso riflessioni, espresse con maestria nel libro con l’uso di numerose e belle metafore, e impegno a riportare, una volta esso terminato, le risposte alle numerose domande, a tratti con risvolti filosofici o psicologici sul senso delle cose che vede intorno a sé o che percepisce salire dalle proprie profondità.

Domande di vita in divenire, come lo sono il rincorrersi delle onde, che a partire dal visibile, e quindi dal conosciuto, lo portano a contatto con l’inconscio che gli appartiene e condivide con il resto dell’umanità. Il mare è esso stesso ampio simbolo di vita, ma è anche significante nascosto della parte buia del nostro esserci come esseri e come collettività, e che entrambi richiedono d’essere conosciuti e approfonditi con onestà.

In tal senso il nostro Autore ci invita a prendere atto delle proprie scoperte fatte in tappe successive e presentate in un continuum armonico.

Per farlo Egli usa un linguaggio chiaro e sostanziale e una poetica pulita da fronzoli e comunque mai noiosa.

Il mare, dunque, anche simbolo di significati molteplici e variegati che appartiene a tutti, Freud e Jung docet:

“Il Mare come vita, il Mare come Amore, il Mare come ricordi, odori, sapori, felicità, passato e presente.”

come anche Carlo stesso afferma nella iniziale dedica del libro.

Infatti, in “Quello che so del mare” troviamo l’apprendimento attraverso una delle più grandi pagine della natura, serbatoio di conoscenza sin dall’inizio del mondo, esperito attraverso lo scandaglio dell’animo mai timoroso né mai arrogante del nostro Poeta che come uomo osserva che tutti noi siamo come le barche che solcano il mare procedendo veloci ognuna per la propria strada, senza tenere quasi mai conto che presto il sole tramonta e che nell’ultimo tratto della vita potremmo trovarci a procedere soli con la tristezza nel cuore, così evidente negli occhi in molti:

 “Barche

solcano il Mare;

vele spiegate

all’orizzonte

mentre il sole

abbandona il mondo

e la malinconia

solca la nostra vita”

dirà in una delle sue belle liriche il nostro Poeta, suggerendoci di rallentare la corsa e di godere con tutti i nostri sensi della profonda bellezza che ci circonda, di cui il mare ne è elemento fondamentale, e che la vita offre a tutti da sempre con gratuità e immensa generosità.

Il Mare, dove vorrei vivere, dove vorrei respirare, amare, mangiare, lasciarmi cullare, stupirmi, piangere…

Il Mare, le barche, i vulcani, le strade, i viottoli, le terrazze, le spiagge, le piante, i capperi, i limoni, le arance…

Il Mare, il tempo che si lascia passare…

Il Mare è maiuscolo!

 

 

Per acquistare il libro

https://www.tomarchioeditore.it/2020/09/26/quello-che-so-del-mare-carlo-zanutto/

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