Mario Coco ci racconta la sua esperienza sul set di Makari 2. Intervista di Rosario Tomarchio

 


R. T.: Ciao Mario, prossimante abbiamo la possibilità di vederti in tv. Ancora ti sai emozionare quando ti rivedi in tv o sta diventando una piacevole abitudine?

 

Mario Coco: Ciao Rosario, grazie per questa intervista. E' sempre un piacere chiacchierare con te. Sì, in queste settimane sarò su Rai Uno con "Makari 2" di Michele Soavi. Interpreto Vito nel terzo episodio, "Il Lusso della Giovinezza". Diciamo che rivedersi in televisione è sempre abbastanza curioso. Ci sono vari motivi per cui non ci si abitua mai o ci si abitua tanto a vedersi sullo schermo. C'entra anche il rapporto che ognuno di noi ha con se stesso. Personalmente, quando mi capita di rivedermi, penso più alle emozioni o alle sensazioni che ho vissuto in quel momento mentre giravo. Quindi sì. Mi emoziono. "Makari", poi, è una serie seguitissima, davvero piacevole e di grande qualità. E' bello esserci.

 

R. T.: Ci racconti un piccolo inedito legato ai momenti passati sul set?  

 

Mario Coco: Beh... Innanzitutto sul set mi sono trovato benissimo. Non capita sempre di trovare un'atmosfera così leggera, calda e spontanea. Ho lavorato bene con tutti. Claudio Gioè e Domenico Centamore oltre ad essere due grandi attori, per i modi in cui affrontano il loro lavoro e arrivano al pubblico, sono anche simpaticissimi. Abbiamo chiacchierato parecchio durante le riprese. Tutto il cast è perfetto. Non avevo scene con Ester Pantano, ma è bravissima. Di situazioni da poter raccontare legate a questa esperienza ce ne sarebbero tante. Per esempio, sono arrivato a "Makari" in maniera inaspettata, essendomi proposto tempo prima per "Occhiali Neri" di Dario Argento, film per il quale non sono stato poi contattato, ed essendo chiamato dopo per questo ruolo. Abbiamo girato a Trapani e quindi andavo sul set e tornavo a Piedimonte in macchina. I paesaggi sono stupendi. Forse l'aneddoto più interessante sta nello spiegare il modo in cui gira Michele Soavi. E' un regista che ammiro da sempre e che viene naturalmente dal cinema, un mondo per certi aspetti diverso da quello televisivo. Ha uno stile personale che secondo me è anche uno dei principali motivi del successo di "Makari". Realizza quindi delle inquadrature che probabilmente altri registi non farebbero. Io, per esempio, avevo delle soggettive e alcuni dettagli abbastanza particolari. E' attento, elegante, gentile. Un grande professionista. Gira con la sua personalità e rispetta gli attori. Cosa si vuole di meglio nella vita da set? Visto che mi chiedi di "Makari", ci tengo a salutare anche Stefania Rodà. Una grande professionista e una persona dolcissima.


 

R. T.: Hai avuto la fortuna di lavorare con un grande del cinema Alvaro Vitali. Tutti noi lo conosciamo sotto il profilo umoristico. Ce lo racconti dal punto di vista umano?

 

Mario Coco: Certo. Con Alvaro Vitali ho girato anni fa "The Generi" di Maccio Capatonda. Secondo me, nel suo caso scena e vita sono più che mai unite tra loro. Quando parli con lui si sente all'improvviso come il profumo di qualcosa di lontano, che però c'è ancora. E' la naturalezza del cinema che ha fatto. Pierino è Alvaro e Alvaro è Pierino. E' una persona simpatica, sempre con la battuta pronta, ma è anche un uomo visibilmente provato e in cerca di un affetto che non sempre gli viene restituito, mentre lui lo dà. Ricordo che sul set, a Milano, si divertiva anche a disturbare i tecnici mentre giravano delle scene e volevano silenzio. Come Pierino. E' curioso osservare come il passare degli anni abbia cambiato l'approccio naturale a questo mestiere. Alvaro per fortuna è sempre quello. Anzi... Trovo che adesso abbia tante frecce qualitative da poter sfruttare come attore. Soffre tanto questa sorta di muro che si è creato. E' una storia lunghissima che dura da anni. E' complicato cercare di venirne a galla. Io direi che il segreto sarebbe per un attimo fregarsene delle tendenze e cercare di guardare dentro i suoi occhi. Sono gli occhi di chi potrebbe dare tanto.

 

R.T.: Hai un film in concorso? Ci puoi anticipare brevemente la trama?

 

Mario Coco: Ah, sì. "Non C'è Nessuno". Dopo la selezione, hanno già formato le decine e non si è piazzato. Però lo vedremo presto. E' un film al quale tengo tantissimo, non soltanto perché l'ho scritto, diretto e prodotto, interpretando anche un personaggio. Credo soprattutto di aver vissuto, realizzandolo, una delle avventure più belle di sempre. Più penso alle attrici e agli attori che hanno collaborato, più mi rendo conto di quanto siano straordinari. Tutti. Il film parla di Ilaria, una ragazza che abita in un paesino e che ha da poco completato gli studi. Vorrebbe fare l'inventrice e si dirige verso Roma, imbattendosi in vie non semplici. Annunci di lavoro online, personaggi di varie disperazioni umane, stagnazioni sociali. La protagonista è Ilaria Amadio, stupenda. Poi ci sono Giovanna Guidi, anche direttrice della fotografia, Roberto Scio, attore da scoprire, riscoprire e applaudire, e tanti bravissimi e noti artisti come Giovanbattista Scidà, Massimiliano Mursia, Vincenza Mangano, Luca Scavone, Simone Capasso, Ezio Cardarelli, Vittorio Di Pietro, Francesco Marinhus. Le musiche originali sono di Attilio Pace. Attilio è un grande, vero e fantastico amico ed un compositore raffinatissimo. E le canzoni sono di Alessandro Campelli, che è un cantautore formidabile. Spero di farvelo vedere presto.

 


R. T.: Il mondo dello spettacolo e la pandemia. Il tuo pensiero?

 

Mario Coco: Che oceano di cose da dire... Da un lato c'è il disastro, dall'altro l'eco libero e coraggioso della felicità, sempre pronto ad essere abbracciato. Non è un periodo semplice, né dal punto di vista sociale, né organizzativo, né economico. E il mondo dello spettacolo è uno dei settori lavorativi che sta soffrendo maggiormente. Non c'è certezza neanche della possibilità di prendere delle date per gli spettacoli teatrali o di immaginare l'uscita favorevole di un lavoro nelle sale cinematografiche. Siamo tutti sul qui e ora. Tanto vale viverlo non in maniera rassegnata, ma con entusiasmo. Non è assolutamente semplice. Due anni di pandemia sono pesanti. Tante cose sono cambiate. Però gli unici modi per superare comunque un momento difficile sono il sorriso e l'affetto. L'euforia sta dentro di noi. Mi auguro che quando tutto migliorerà possa uscire fuori in maniera sfrenata. Potremmo trovarci in una grande festa davvero sincera, vera e di tutti.

 

R. T.:Ci sono progetti futuri di cui ci vuoi dare qualche anticipazione? 

 

Mario Coco: Guarda, proprio in queste settimane sto registrando una trasmissione televisiva con la regia del mio amico Stefano Raffaele. Si intitola "Risik Talent". Mi fa piacere che Stefano mi abbia chiamato. Poi di progetti ne ho sempre tantissimi. Spero di realizzarli. Sarebbe un immenso piacere fare delle cose con Magda André. E' un'attrice magnifica. Cerco sempre di promuovere il suo talento e la ringrazio, perché credo che avere la consapevolezza di affidarsi totalmente a chi con grande sensibilità e con la propria bravura riesce a divulgare anche l'umorismo altrui a tutti, è davvero bello. Potrei dire tante cose su di lei e sono convinto che vadano dette, perché ama sul serio quello che fa e quindi lo rende unico, a teatro e nell'audiovisivo. Ciò che unisce tutte queste cose e che reputo più importante è che con lei mi sento bene. L'affetto, l'amicizia, la sensibilità di momenti naturali che non hanno nome, sono preziosissimi nella vita.

 

Grazie sempre. Saluti a tutti e a presto!

 

 

Grazie del prezioso tempo che ci hai dedicato e auguri per i tuoi progetti sempre interessanti

 

 

Rosario Tomarchio

 

 


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